Bianco nero da Oscar
Roma di Alfonso Cuaron e Cold War di Pawel Pawlikowski; due film girati in bianco e nero, visti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, un mese fa… adesso si è appena conclusa la notte degli Oscar e uno dei due (Roma) ha vinto la statuetta per la fotografia: mi è venuto spontaneo fare qualche riflessione sui due approcci visivi completamente diversi. Entrambi i films sono stati girati praticamente con lo stesso strumento, una “cinepresa digitale”, della Arriflex (Alexa 65 per Roma, Alexa XT per Cold War) sfruttando le potenzialità del formato raw sviluppato da Arriflex (Arriraw). La potenzialità mimetica del digitale è enorme, può essere plasmato dal direttore di fotografia (o dal fotografo) in maniera davvero personale.
E’ abbastanza evidente, anche solo confrontando qualche fotogramma dei due films, la diversità di approccio dei due autori della fotografia. Cuaron (che si è trovato a dover curare direttamente la fotografia a causa dell’indisponibilità del suo storico direttore Chivo Lubezki), in una bella intervista ad IndieWire, afferma: “C’è una tendenza ad usare il digitale per creare un look da pellicola, ed anche io ho usato in passato questo approccio; ma in questo film non volevamo emulare la pellicola bensì sfruttare pienamente il digitale, la sua sorprendente gamma tonale, la risoluzione, la sua resa nitida e senza grana, non volevamo “scusarci” del fatto che usavamo il mezzo digitale … in più abbiamo avuto la possibilità di montare digitalmente le immagini ed avere questi magnifici sfondi con una combinazione di grandangolo e diaframma chiuso (quindi massima profondità di campo ndr), più simile a quello che vedono i nostri occhi.”
D’altro canto , autore della fotografia di Cold War, afferma, in una colloquio pubblicato su AFCinema ” naturalmente avrei voluto inizialmente girare su pellicola, ma una delle ragioni per cui abbiamo cercato una alternativa era la limitazione del budget. (…) E’ stato chiaro ad un certo punto che avremmo dovuto girare il film con la Alexa. Abbiamo deciso di vedere quanto potevamo avvicinarci al nostro ideale che era il 35mm, così abbiamo realizzato dei test comparando il girato di una cinepresa 35mm con quello della Alexa XT, usando gli stessi obbiettivi, lo stesso set e la stessa illuminazione. (…). Dopo aver sviluppato e scansionato la pellicola Kodak 5219 abbiamo lavorato sulla resa tonale e sul contrasto insieme al colorista Michal Herman finchè non abbiamo trovato un look soddisfacente. A quel punto abbiamo deciso di trovare un equivalente per il materiale girato sulla Alexa, fino a padroneggiare a tal punto la resa da non riuscire più a distinguerli l’uno dall’altro. (…) alla fine il risultato è stata un’immagine che trovo molto ricca, che ha il look della pellicola, ma maggiore dettaglio, specialmente nei neri.”