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Fotografare il moderno

by su 09/03/2016

A volte mi rendo conto che nel fotografare ad esempio i riti del Carnevale in Lucania oppure centri storici di paesini del Salento, vado alla ricerca, nell’inquadratura, di elementi che escludano la modernità in quanto “brutta”. Se invece partecipo ad un workshop del LAB sulle periferie urbane mi risulta molto più facile integrare gli elementi moderni nel mio discorso fotografco. Mi è venuto in mente un testo del “vecchio Marx” studiato per l’esame di Estetica tanti anni fa: “Che ne è di Vulcano di fronte a Roberts & C°, di Giove di fronte ai parafulmini e di Ermes di fronte al Crédit Mobilier?” (la citazione completa è più sotto). Ci sono due aspetti della questione:

1- è molto difficile includere e comporre elementi della modernità che risultano esteticamente irrisolvibili o almeno difficili da integrare: macchine parcheggiate in divieto di sosta in un centro storico (ad esempio davanti alla Cattedrale di Martina Franca), cavi elettrici, vestititi neri di materiali sintentici ecc. Certo esiste una fotografia di territorio che include il moderno (ad esempio le periferie urbane), ma difficilmente una rivista o un editore accetterebbe per un libro su Martina Franca l’inquadratura che vedete qui sotto.

MARTINA-8338_R

Una macchina parcheggiata in pieno centro storico, davanti la splendida facciata della Cattedrale di Martina Franca rende impossibile una inquadratura frontale della facciata che comprenda anche la piazza

MARTINA-8341

Dopo avere invano cercato il proprietario ed atteso per qualche tempo abbiamo variato l’inquadratura, escludendo l’automobile mediante un cambio di angolo ed un avvicinamento al monumento.

Nell’ambito di una ricerca sulle periferie urbane invece è perfettamente possibile invece pubblicare una foto del genere:

Tartaglione_Antonio_8544

In questo caso la presenza della macchina parcheggiata è stata a mio avviso risolta nell’inquadratura. La foto fa parte di una mia ricerca sul territorio di Polignano a Mare (BA) nel corso del Workshop “Southern #1” organizzato dal LAB

2 A volte la ricerca di elementi incontaminati deriva dalla acuta nostalgia per un mondo immaginato come migliore o quanto meno più vivibile. E’ difficile immaginare un incappucciato a Francavilla Fontana oppure una maschera Cornuta di Aliano di fronte all’insegna al neon di un Supermercato oppure un Bancomat. Ci sono migliaia di inquadrature possibili che non prendiamo neanche in considerazione forse perchè la ricerca di una inquadratura “pulita” rivela la nostra nostalgia per un mondo ormai scomparso e la tensione verso un diverso modo di vita.

Già nell’Ottocento Karl Marx poneva il problema, a proposito dell’arte greca: “La visione della natura e dei rapporti sociali che sta alla base della fantasia greca, e quindi della mitologia greca, è possibile con le filatrici automatiche, le ferrovie, le locomotive ed i telegrafi elettrici ? Che ne è di Vulcano di fronte a Roberts & C°, di Giove di fronte ai parafulmini e di Ermes di fronte al Crédit Mobilier? (….) Ma la difficoltà non è nel comprendere che l’arte e l’epica greca siano connesse a determinate forme dello sviluppo sociale. La difficoltà è (nel comprendere) come possano conservare per noi gusto d’arte e, in un certo senso, valere come norma e inarrivabile modello.» (K.Marx,  Grundrisse   der   Kritik   der   politischen  Ökonomie,   1939   (1858);   tr.   it. Lineamenti fondamentali di critica dell’economia politica, Einaudi, Torino 1976 a cura di Backhaus, 2 voll., I, p. 36.).

ALBEROBELLO-0897

Un altro esempio di difficile integrazione di elementi moderni nell’inquadratura. Di Alberobello, Patrimonio Mondiale dell’Umanità secondo l’Unesco, circolano migliaia di foto, quelle che escludono i cavi elettrici o i pali della luce sono poche oppure sono ritoccate.

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One Comment
  1. Rosalba permalink

    Penso che la risposta l’avete già fornita. Per una immagine che vada su libri d’arte o di grande ricercatezza estetica, tutti i mezzi per “pulire” la foto sono indispensabili, bisogna comunicare la Bellezza ideale, l’Estetica, non l’ambiente circostante, databile e riconoscibile. Per tutte le altre occasioni le foto vanno lasciate nei loro contesti, certo, una macchina che si trova come un cavolo a merenda, un muro imbrattato, deturpato, lo sporco per strada, un cartello arrugginito, una persona di troppo in primpo piano, disturbano sempre e vanno tolti. Ma le “presenze” della modernità lasciamole in pace, fanno parte della nostra vita, chi ci fa più caso? E poi, nota dolente, siamo sicuri di avere ancora un senso estetico? Basta osservare come siamo vestiti, siamo così rimbecilliti da comprare pantaloni sbrindellati e tutta una serie di brutture che ci mettiamo addosso, perchè si vende, perchè ce l’hanno tutti, andiamon in giro in estate con scarpanazze che neanche i Marines usano nelle esercitazioni, ci strizziamo in vestiti che esaltano quanto di peggio dovremmo coprire, usciamo dal parrucchiere che sembriamo passati dall’elettroshock, imbrattati di gelatina o arruffati o rapati da vecchi, in piena giovinezza. Se questa folla sterminata guarda una riproduzione od osserva dal vero l’opera d’arte, ammesso che la riconosca tale, si disturberebbe per i segni della modernita? Chi concede licenze, permette abusi, tollera gli illeciti, quelli si, sono il vero scempio che degrada la modernità.

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