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Estetica e disperazione

by su 29/06/2012

foto di Ziyah Gafic.
la didascalia della foto dice: “Quest’uomo della regione di Lattak, che non mi ha voluto dire il suo nome, è scappato dal suo villaggio con sua moglie e i suoi bambini quando ha saputo di essere circondato dai carri armati. Ha avuto paura di subire la stedssa sorte degli abitanti di Homs.” (testo di Z.Gafic)

Nello scorso numero di Internationale Caujolle critica le foto di Ziyah Gafic  pubblicate sull’ultimo numero di M (magazine di LeMonde). Le foto sono quelle di un servizio sui rifugiato siriani in Turchia. Persone che sono sfuggite a violenze e massacri.  Caujolle trova le foto troppo patinate, gli ricordano un servizio di Moda… Si tratta di una questione importante: un fotografo può trattare in maniera “fashion” un argomento drammatico come quello dei rifugiati ? A me sembra che Gafic abbia sfruttato in maniera intelligente gli elementi di ambientazione di un campo profughi: la parete di un prefabbricato, un telo di plastica usato come tenda … Magari luce naturale scelta bene (a volte basta decidere la posizione rispetto ad una finestra o ad una porta ed avere in questo modo un controllo sulla luce ambiente) e poi tanta empatia con i soggetti di cui Gafic ha anche raccolto qualche frammento di testimonianza. Insomma perchè una buona luce ed uno sfondo scelto bene dovrebbero essere destinati solo agli appartenenti al monndo del fashion ? A me è piaciuto l’approccio di Gafic, ha trattato i rifugiati come soggetti da ritrarre, non appiattendoli sull’elemento della disperazione che sicuramente gli appartiene ma non esaurisce la loro personalità….

foto di Z.Gafic

foto di Z.Gafic

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3 commenti
  1. Paolo Lippe permalink

    Sono d’accordo con Antonio Tartaglione. Vedere questi volti belli, con colori accattivanti, in un contesto che potrebbe essere confuso addirittura con quello di uno spot (per qualità fotografica) ci fa rendere conto che ciò che avviene in questi paesi sfortunati è vicinissimo a noi, non solo in linea d’aria, ma come stile e qualità di vita…il che vuol dire che potrebbe anche capitare a noi. Queste sono famiglie esattamente come lo sono le nostre. E’ bene che non ce ne dimentichiamo!

  2. Vito Stano permalink

    vedendo soltanto questi tre scatti mi vien da pensare che la modalità di ritratto è stata intelligente e creativa. in effetti su questi temi la fotografia corre sempre più il rischio dell’appiattimento e della noia.

  3. Rosalba permalink

    luminose, colorate, belle

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