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Pubblicare un Fotolibro, Possibilità a confronto

by su 22/08/2011
Il reperimento in rete di una tabella comparativa su centri di stampa digitale americani, offre lo spunto per alcune riflessioni valide anche per il  mercato italiano     
                   
        dal sito di Popular Photography

Un’ interessante tabella pubblicata da Popular Photography la scorsa estate mette a confronto 10 siti che consentono di pubblicare copie singole di libri fotografici, soluzione che è sempre più apprezzata dai fotografi sia per presentazioni che in sostituzione dei tradizionali album fotografici.

Purtroppo non è possibile fornire al momento una medesima tabella comparativa riferita alla situazione italiana, sono tante e tali le variabili in gioco che l’ esperienza, la nostra e quella degli altri, cioè il passaparola, restano tutto sommato ancora oggi  uno dei modi più sicuri per scegliere il proprio service di stampa.

Si possono tuttavia evidenziare alcuni aspetti dell’ argomento da tenere presente per orientarsi.

1) Bisogna valutare innanzi tutto se quello che ci serve è effettivamente un fotolibro stampato su carta comune o  potrebbe andare bene un fotolibro stampato  su carta fotografica. La resa di quest’ ultimo  è sicuramente superiore,  ma presenta l’ inconveniente di avere le pagine incollate dorso contro dorso per simulare l’ effetto della stampa Fronte/Retro. Fino a quando non esisteranno, ma è molto improbabile che ciò accada,  carte  fotografiche (a sviluppo chimico) a doppia emulsione, un fotolibro stampato in questo modo sarà sempre più simile  ad un album tradizionale con le pagine in cartoncino piuttosto che ad un’ edizione off-set.

2) Ormai quasi tutte le tipografie offrono servizi di stampa digitale, a costi cocorrenziali. Il tallone di Achille è però rappresentato dalla rilegatura che è rimasta una fase prettamente manuale, a meno di non dotarsi di linee automatiche o semiautomatiche molto costose e per questo prerogativa dei grossi centri stampa. Per questo motivo molti tipografi si affidano a terzi, con aumento dei costi e allungamento dei tempi di consegna.

Questo è il motivo per cui  molti aziende, pur con una valida qualità di stampa, non riescono ad offrire una rilegatura a costi  e  tempi accettabili, rispetto ai grossi centri che centralizzano il lavoro su scala mondiale; ed è  sempre  questo il motivo per cui la produzione di molte tipografie che stampano in digitale  è rappresentato il più delle volte da schede singole o da pieghevoli, a volte da brochures, ma  raramente da libri.

3) Ecco quindi il successo di pochi centri specializzati che realizzano veri “Fotolibri”. Qui la discriminante è fra quelli che consentono di stampare un proprio progetto grafico consegnato in PDF e quelli che invece richiedono  di impaginare on line il proprio lavoro.

Le due alternative, molto diverse fra loro, presentano svantaggi e vantaggi, eccoli riassunti:

4) Poter impaginare in casa e fornire un PDF per la stampa, presenta il vantaggio di poter lavorare  con il proprio programma di impaginazione preferito: In Design, Page Maker o  Quark xPress come software professionali ma ci sono  anche programmi  Open Source come fra gli altri  Scribus (solo Mac OS o Linux). Inoltre spesso si reperiscono in rete dei templates  per questi programmi che permettono di realizzare vari tipi  impaginazioni in modo “facilitato”, a patto di non volere una personalizzazione estrema.

Tutto questo permette quindi di avere una copia lavoro sempre modificabile, oppure utilizzare il service di stampa digitale per realizzare una prima bozza e poi stampare la microedizione presso la propria tipografia di fiducia perchè magari può essere più conveniente per una tiratura superiore alle 10 copie. Inoltre possiamo realizzare, sempre col medesimo pdf una bozza a costi veramente contenuti presso il centro stampa sotto casa. Ad un  costo  poco superiore ad una fotocopia in bianco/nero, possiamo stampare le nostre pagine per correggere i testi o eventuali problemi di allineamento o di numerazione, inviando quindi poi al service un lavoro già revisionato. Generalmente un libro nasce da un lavoro di revisione continuo; poter risparmiare sulle prime bozze, utilizzando delle stampe laser, può essere vantaggioso.

5) Impaginare “online” utilizzando la piattaforma del service di stampa, permette di lavorare  generalmente (ma non sempre) in modo più semplice su un progetto, però c’ è il grosso svantaggio che una volta mandato in stampa il lavoro, non è più modificabile; se voglio apportare anche delle piccole modifiche devo rifare completamente tutto.

6) Tutto Facile allora? Non proprio.  In realtà la difficoltà maggiore è l’ inserimento dei testi  la gestione del  colore,  e da questo punto di vista realizzare il proprio fotolibro on line forse un poco più semplice.

Mentre compilavo queste note, mi è arrivata per posta l’ offerta di Blurb che per una decina di dollari (+ spedizione e IVA da pagare Italia) permette di pubblicare un fotolibro con le nostre  “instagrams” ( fotografie in formato quadrato realizzate con iPhone o iPod Touch) di 10 pagine (quindi 20 facciate).

Forse poche, ma pagando un extra si può arrivare fino a 160 pagine.

Qual’ è la  conclusione  di tutto questo? Il successo di tanti centri stampa si spiega forse perchè si sta iniziando a capire che benchè i tanti dispositivi digitali  permettano di fotografare facilmente la realtà intorno a noi,  il più delle volte  queste registrazioni restano confinate in una sorta di limbo , rappresentato in modo precario  dalla memoria del dispositivo o da qualche ignoto server on line.

Il nostro impegno deve quindi esssere in un certo senso “finalizzato” in qualcosa di tangibile che non è più soltanto la nostra bacheca FB / My Space / Flicker o altro ancora.

Pubblicare un libro, quindi unire immagini con il testo, che sia stampato su carta fotografica o in digi off-set,  oltre a permettere  una maggiore maturità e completezza nel comunicare il nostra punto di vista, consente sicuramente  una maggiore longevità alle nostre stesse immagini – vedi anche “Memento” su queste stesse pagine.

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