Abitare nella Città dei Morti
Ritorniamo alla frenetica attività culturale che si svolge nell’ambito del “Fuori Salone” a Milano. Due fotografi milanesi – Filippo Romano e Francesco Giusti, espongono presso il Setspace (dal 12 al 17 aprile) immagini relative ad un progetto – in collaborazione con la ONG Liveinslums – che ha coinvolto gli abitanti di uno dei quartieri più degradati del Cairo, all’interno del Cimitero Monumentale. L’anno scorso i due fotografi hanno organizzato uno stage che doveva ripetersi quest’anno ma che è stato rimandato per le note vicende che stanno riguardando tutto il Nord Africa.
L’evento LIVE IN BOX. geodesign e cooperazione internazionale presenta al pubblico due progetti (Microjardin al Cairo e Hotel Costel a Bucarest); quello relativo al Cairo prevede “orti fuori suolo” realizzati a cultura idroponica o con l’utilizzo di substrati minerali che sostituiscono la presenza di terra fertile, all’interno di contenitori auto-costruiti dagli abitanti con materiali riutilizzati. La mostra comprende anche l’esibizione dei prototipi Microjardin. Il tutto in collaborazione con il Master “Paesaggi Straordinari” Politecnico-Naba e la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano
abbiamo interpellato ieri Filippo Romano che ci ha inviato questa breve nota:
“Il nostro lavoro si integra con quello della ONG Liveinslums che progetta orti urbani assieme alle famiglie di città dei morti ( il cimitero storico del Cairo). Il workshopo si è tenuto lo scorso novembre. ed era composto da due gruppi: il mio quello del master di Paesaggi Straordinari del Politecnico-Naba che progettavano gli orti, lavoravano con le famiglie e tenevano un diario fotografico della loro esperienza e il gruppo di Francesco Giusti che ha raccontato Città dei Morti in modo piu vasto entrando e uscendo dall’esperienza degli orti urbani.
Oltri agli scatti in digitale entrambi abbiamo adottato un elemento narrativo semplice ma utile per instaurare uno scambio con i soggetti fotografati.. la vecchia tecnica del dono della polaroid al soggetto fotografato… due scatti uno dopo l’altro uno a noi uno al soggetto e di regola ritratti ambientati.
Dopo la prima esperienza avevamo deciso di farne seguire una seconda in parallelo con il workshop di live is slum con l’idea di creare nel corso del tempo un archivio di immagini e di ritratti di persone che vivono nel grande cimitero storico del Cairo e che hanno iniziato il progetto degli orti urbani. Gli eventi della rivoluzione ci hanno costretto a rimandare ma speriamo di poter ripetere l’esperienza nel prossimo novembre.
Nel caso della mostra la cui innaugurazione è stasera (ieri sera per chi legge oggi N.D.R.) abbiamo di comune accordo con LiveinSlums ricreato degli elementi che fisicamente ci ricollegavano a città dei morti e alla presenza della fotografia nelle case di città dei morti; piccole ed economiche stampe da minilab incastrate con piccoli oggetti di uso comune e foto, regalateci dagli abitanti stessi, attaccate su vecchie tavole di legno appese al muro, loro in un percorso narrativo che ripropone il vivace caos visivo dell’esperienza del luogo… (Filippo Romano)”