Le foto immaginate

Immagine generata con Ideogram (versione gratuita) e poi ampliata con Photoshop Beta. (prompt: A captivating photograph of an aged gipsy man sitting near a campfire, with a horse at his side, set against a twilight sky, near a border. The man gazes intently at the border with a sad expression. The ground beneath them is a flat field. The border with its gates is visible in the distance, creating a sense of both isolation and intrigue., photo)
Nella nostra vita professionale (iniziata nel 1983) abbiamo avuto la fortuna di vivere in prima persona due rivoluzioni. La prima, ormai alle spalle, ci ha portato ad acquisire ed elaborare digitalmente le immagini. Per noi è avvenuta un pò in ritardo rispetto ad altri colleghi, diciamo intorno al 2001-2002. Di colpo gli chassis sono rimasti in un armadio (alcuni ancora con le lastre dentro)… ripensandoci adesso non saprei dire quando è avvenuto, ma sicuramente c’è stata una “ultima volta” della pellicola per noi, anche se non possiamo ricordare la data. In questi ultimi anni siamo investiti da un’altra trasformazione radicale del modo di produrre immagini, quello rappresentato dalla intelligenza artificiale generativa. Come sempre quando si è in pieno cambiamento è difficile capirne la portata, e per il momento non mi è chiaro quali conseguenze avrà per noi, che ci occupiamo di fotografia documentaria (sia quando lavoriamo su commissione che quando ci dedichiamo a progetti personali). Ma da quando ho cominciato, timidamente, a sperimentare con l’AI, sono rimasto colpito dal fatto che potevo generare immagini che avevo soltanto in testa, poichè non ero riuscito a realizzarle, per i più svariati motivi. Ad esempio questa immagine. E’ nata durante un viaggio nell’estate del 2002. Ero con la mia famiglia in un luogo di confine, che ricordo vagamente, in cui convergono Bulgaria, Turchia e Grecia, e stava ormai calando la notte. A un certo punto ho potuto osservare, in una vasta pianura, un uomo solo, seduto accanto ad un fuoco, con un cavallo sellato accanto. L’immagine era di una forza incredibile ma non potevo assolutamente fermarmi perchè non avevamo ancora trovato dove dormire. Così adesso, più di venti anni dopo, ho provato a creare delle istruzioni (il “prompt”) per permettere alla AI di ricreare quella situazione.

Una variante con l’uomo a cavallo. Immaginate generata con Ideogram poi ampliata con Photoshop Beta (prompt: A captivating photograph of an aged gipsy man on horseback, set against the breathtaking backdrop of a twilight sky, near a border. The man gazes intently at the camera with a wise and weathered expression. The ground beneath them is a flat field, with a warm campfire flickering in the background. The border with its gates is visible in the distance, creating a sense of both isolation and intrigue., photo)
Ho immaginato una vita nomade, la sua solitudine assoluta, e confini che non potevano essere superati. Ho cercato di trasferire questo alla macchina, il risultato lascia ancora molto a desiderare, ma è una strada che penso valga la pena di percorrere (bisognerà studiare parecchio !)

Una delle immagini generate con Ideogram nel formato quadrato, con un prompt simile a l precedente.