A proposito di nucleare, due progetti su Chernobyl a confronto.
Vorrei parlare di due progetti fotografici che vengono sviluppati da autori tedeschi… permettono di confrontare due approcci fotografici (in realtà abbastanza simili) ad un tema che ci riguarda da vicino: le conseguenze di un incidente ad una centrale nucleare. (tra l’altro hanno appena pubblicato su twitter la notizia che la Cassazione ha dato il via libero al referendum !)
Gerd Ludwig espone 56 grandi stampe nell’ambito di Horizonte, il festival fotografico dedicato all’ambiente che si svolge in questi giorni a Zinst , nel nord della Germania. (fino al 15 giugno). Il titolo della bella mostra è “L’ombra lunga di Chernobyl“. Ludwig ha scritto: “Mentre commemoriamo il 25 anniversario dell’incidente di Chernobyl, alla luce anche dell’incidente di Fukushima, è importante ricordare che la potenza del nucleare ha conseguenze, per noi e per il nostro ambiente, per i secoli a venire” (fonte: Lettre de la photographie del 26 maggio 2011).Un altro fotografo tedesco, Rudiger Lubricht, ha appena esposto, invece, a Berlino, presso la Willy Brand Haus, alcune fotografie che fanno parte di un progetto: I luoghi perduti, le vite interrotte, che riguarda sempre l’incidente di Chernobyl.
Gerd Ludwig si è occupato a lungo di Russia, ed ha condotto il reportage su Chernobyl in maniera esemplare, seguendo sia l’evento (l’incidente, avvicinandosi in maniera paurosa al cuore del rettore), sia le fasi successive di messa in sicurezza e di trasferimento della popolazione, sia, ora, in occasione del 25 anniversario, documentando la situazione attuale del territorio e dei sopravissuti. Ha usufruito anche di sponsorizzazioni e donazioni spontanee che gli hanno consentito di portare avanti il suo lavoro. Anche Rudiger Lubricht si è dimostrato in grado di seguire un progetto di lungo respiro, infatti dal 2003 ha viaggiato parecchie volte sia in Ukraina che in Bielorussia. Ha pubblicato un libro che può essere acquistato oppure sfogliato on line.
Trovo interessante confrontare i loro sguardi, in realtà non molto dissimili tra loro, sfogliando le immagini sui loro siti. La tecnica (colore) è simile, ed anche il mescolare veri e propri ritratti con fotografie di luoghi, a comporre un quadro complessivo che può essere compreso solo nel tempo. Lavorare su un progetto che si estende su parecchi anni, e avere la possibilità di raccontare modificazioni storiche del nostro tempo, mi sembra un bel modo per il fotografo per proporsi come intellettuale a tutto tondo, oltre che testimone (spesso in prima fila) degli eventi !