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MIA: Milan Image Art Fair

by su 23/05/2011

lo stand di Photographica Fine Art Gallery (Lugano, Svizzera) al MIA appena concluso

Una grande kermesse fotografica al SuperstudioPiù di via Tortona a Milano, per il MIA, Milan Image Art Fair dal 12 al 15 Maggio. Cinque padiglioni dedicati a tutti gli aspetti dell’arte della fotografia e alla sua proposizione come medium artistico con  piena autonomia concettuale e commerciale rispetto alle “arti” tradizionali. In questa primo edizione, che però si propone come uno dei più significativi appuntamenti dedicati alla fotografia nel nostro paese, è possibile incontrare oltre 200 operatori del settore tra gallerie, artisti, fotolaboratori, case editrici, archivi e scuole, e vedere immagini ormai classiche come quelle di Ghirri, Giacomelli, Scianna, Migliori, Friedlander, Chiaramonte ma anche di più giovani ma già quotati artitsti.Il format della fiera richiede che ciascuno stand sia monotematico, cioè dedicato ad un solo artista. E’ così possibile godere di vere e proprie piccole rassegne personali. E’ inoltre possibile partecipare al MIA anche come fotografi “free lance”: una sezione, Proposta MIA, è infatti dedicata a coloro che, pur non sponsorizzati da una galleria ufficiale, desiderano confrontarsi con il pubblico. Il costo del padiglione è nettamente ridotto per questi espositori, che hanno la possibilità di usare il volano della fiera per essere presi in considerazione dalle gallerie e dal pubblico dei collezionisti.

Il target della fiera è il mercato del collezionismo che in Italia è ancora timoroso e titubante, a differenza degli altri paesi europei e degli Stati Uniti, dove la fotografia raggiunge anche in asta quotazioni milionarie. “In Italia il pubblico ritiene ancora la fotografia un mezzo artistico seriale e ripetitivo – ci dice Marco Antonetto dell’importante Photographica Fine Art Gallery di Lugano che presenta tra gli altri Ghirri e Lee Friedlander – ancor peggio della serigrafia o litografia. In realtà la fotografia d’arte propone ormai lo stesso controllo sulla tiratura e sulla qualità delle stampe delle altre forme di grafica. Per quanto riguarda le fotografie “vintage” cioè d’epoca, è ormai chiaro che la loro rarità, dovuta al non apprezzamento coevo e quindi alla loro deperibilità all’epoca della produzione, ne fa opere destinate a sicuri e costanti aumenti di valore”.

Tornando alle immagini viste in fiera, quello che ci ha colpito è la grande abbondanza di offerta che quasi saturava la vista. Qualche quotazione: Capri (1981) di Ghirri, la famosa immagine, in edizione di 30 copie è stata venduta per 7000 euro, mentre un enorme Giacomelli vintage su carta ai sali d’argento misura circa 100 x 70 è quotato 15000 euro. Tra i tanti che mi hanno colpito Patrizia Della Porta, rappresentata dalla Progettoarte-elm con rigorosi e puliti B/N che sfruttano e mettono in luce geometrie nette e rigorose tratte da vedute di musei d’arte contemporanea. Alcune sue immagini sono state acquisite dalla National Gallery di Washington DC. Quotazioni per un 24 x 30 tirato in 20 esemplari: 3-4000 euro. Francesco Radino, presentato dalla prestigiosa galleria Forma di Milano, assieme a Massimo Siragusa, con le sue belle foto B/N degli anni ottanta che propongono il paesaggio italiana con un taglio curioso ma pulito. Paul Thorel, nome già noto come uno dei primi sperimentatori della contaminazione informatica dell’immagine, che espone fotografie di grande formato, in genere pezzi unici, con prezzi sui 5000 euro. Sempre su questo tema tecnologico-informatico, Bruno Sorlini della Contemporary Arts di Maurer Zilioli porta suoi video su DVD o Blue Ray, accompagnati da colonne sonore originali, in piccola tiratura (6-10 copie) a 4000 euro: immagini tratte da essi a 3500  euro ed inoltre il curioso servizio offerto dalla galleria di stampare fermo-immagine tratte dagli stessi video, quasi a trasformare la fotografia in una scelta unica e singolare del fruitore. Giacomo Giannini, rappresentato dalla Paola Sosio Temporary Art Gallery, porta delle grandi immagini deivate da una serie di diapositive aeree in cui i paesaggi e l’intervento umano sul terreno assumono una cifra grafica di straniamento dal significato originario della ripresa (serie “Isle of View” 1987-1992). Similmente Gabor Kerekes, della Nessim Gallery di Budapest presenta splendide fotografie B/N ottenute da manipolazioni di immagini satellitari ed una serie di fotografie di particolari dell’esposizione di musei di storia naturale intitolate Alchimie. Taglio molto classico, effetti di grande interesse ottenuti con tecniche manuali anche antiche. Prezzi sui 2000 euro. Sconvolgenti le grandi immagini di Alberto Petrò di Oredaria Arti Contemporanee che riesce a ricreare l’immaginario di Francis Bacon, che cita in modo palese. Le foto sono ottenute con doppie esposizioni e illuminazioni con luce puntiforme per cui il soggetto appare destrutturato e scarnificato. Tutte le operazioni di riproduzione e stampa sono effettuate manualmente su carta baritata con tirature di 5 al prezzo di 8000 euro che però non sembra eccessivo visto il lavoro impiegato e l’effetto ottenuto. Raffaela Mariniello dello Studio Trisorio di Napoli presenta alcune sue immagini storiche come la foto dei barchini dei contrabbandieri nel porto di Bagnoli e nuove reinterpetazioni di Napoli un po’ sognanti e romantiche ma di bell’effetto anche con il sistema delle light box. La galleria Camera21 di Roma ha portato le fotografie di Tony Gentile, il fotoreporter non abbastanza riconosciuto per la celebre immagine di Falcone e Borsellino entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo, che ha esposto dei divertissements in stile Polaroid scattati da un I-Phone con un’app che riproduce l’effetto un po’ slavato delle Polaroid d’epoca. Inoltre le costruzioni fotografiche di Escalante e Villasenor, da tener d’occhio come dei futuri Gilbert e Gibson, che propongono Diamonds Land, un lavoro sulla commercializzazione della vita costruito con photo-collage e autofotografie in contesti ironici ma anche significativamente penetranti.Per finire le immagini di fiori vivi o appassiti su fondi bianchi nello stile di Irving Penn, prodotti da un professionista dello still life, Fabio Zonta. Tra l’altro delle vere e proprie “mattonelle” fotografiche con motivi angolari che si ricostruiscono ponendo quattro foto una accanto all’altra, proprio come le mattonelle decorate della tradizione.

Insomma una bella occasione per avere un panorama ampio di quello che gira intorno alla fotografia in Italia, delle nuove proposte e delle antiche riconferme.

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2 commenti
  1. Ciao Ragazzi ;

    ho letto con molto piacere la vostra attenta e obbiettiva relazione delle giornate milanesi del MIA.
    Dalla lettura proposta, le sensazioni che provo sono abbastanza consuetudinarie ; quando si parla di avvenimenti fotografici, le prospettive sono sempre molteplici.
    Critici d’arte, mercato, gallerie e tutto ciò che gravita intorno all’autore delle fotografie sono necessari per una contestualizzazione del senso dell’immagine che di per sé non può assumere un risvolto degno di nota.
    Basta pensare a questo discorso che alcune gallerie organizzano esposizioni e producono materiale editoriale con fotografie ritrovate di autori sconosciuti.
    Il valore dialettico predomina fortemente su quello contemplativo dell’immagine sminuendo quindi il suo valore evocativo ; empatia, comprensione e rispetto del fare dell’autore, riferimenti e contenuti storici che le immagini rappresentano, qualità e simbolismo, sono aspetti umani che a maggior comprensione inducono lo spettatore a una visione più profonda che è poi in relazione ai propri saperi che a maggior esperienza si andranno ampliando.
    Certamente il discorso concettuale con il fattuale, per il fotografo, rimane sempre un matrimonio di difficile riuscita…su questo mi viene in mente un poco la mia esperienza : a scuola di fotografia passavo per il teorico concettuale che smorzava gli entusiasmi di chi scattava senza poi trasmettere molto. Oggi come ieri mi piace capire ma l’aspetto romantico del fotografare sta venendo un po’ meno…e questo putroppo lo pago al momento di uno scatto che invece oggi si è fatto più accessibile…
    Beh, mi sembra di essermi perso di nuovo in ciò che scrivo : buon segno.
    Per salutarvi voglio menzionare un libro che mi ha accompagnato in passato e che sto rivisitando adesso di un autore catalano : Joan Foncuberta. Il titolo del libro è : estetica fotografica. Vale la pena, è una lettura molto chiarificatrice.
    Saluti a tutti e tante belle cose dal vostro assiduo e fedele lettore romano nonché grande rompiscatole per i vostri fantastici servizi di laboratorio fotografico su carta fine-art.

    Rodolfo M. Rocca

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  1. Paris Photo 2011 « fotografia e parole

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