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Più vero del vero

by su 08/02/2012

foto di Bill O’Leary/The Washington Post

Torniamo sull’argomento della manipolazione delle foto, prendendo spunto da questo bel post di Steve Meyers (14 gennaio scorso) sul sito di approfondimento giornalistico Poynter. La foto che vedete è stata pubblicata meno di un mese fa sul Washington Post, in prima pagina. E, seguendo l’onda di crescente preoccupazione del mondo dei media nei riguardi delle manipolazioni fotografiche (vedi anche “il vero e il falso“), l’editor si è sentito in dovere di spcificare nella caption che la foto (secondo me di grande impatto anche se un pò spinta per i miei gusti) è stata creata usano una combinazione di varie immagini. Questa spiegazione ha confuso le idee a molti lettori, che hanno pensato ad una manipolazione dell’immagini nel senso di un fotomontaggio (cioè prendere elementi da varie foto per crearne una nuova e diversa). Il fotografo Bill O’Leary ha invece utilizzato la tecnica detta HDR (High Dinamic Range) che permette di comporre esposizioni multiple (ed anche differenti regolazioni di temperatura colore) della stessa inquadratura, per ottenere qualcosa che in realtà un normale esposizione fotografica (analogica o digitale) non potrebbe riprodurre perchè non rientrerebbe nell’intervallo registrabile.

La didascalia dice: ” (…) Questa immagine è una composizione creata scattando più fotografie e combinandole con un software per trascendere le limitazioni visive della fotografia tradizionale”. Ma cosa vuol dire fotografia tradizionale ? sono anni che tutti i fotografi combinano varie esposizioni per compensare le zone di sovra e sottoespsosozione !! si faceva anche prima, pur con enorme difficoltà, con la pellicola, ricorrendo alle doppie esposizioni sulla stessa lastra (ovviamente parliamo di banco ottico e pellicola a lastra). Concettualmente è la stessa cosa che si faceva in camera oscura, mascherando con le mani sotto l’ingranditore e quindi esponendo la carta in maniera maggiore o minore.  Il “metodo” HDR è semplicemente una automatizzazione del procedimento (inserita nel software Photoshop a partire dalla versione CS2 lanciato nel 2005 !! – ora sta per uscire la versione CS6). Il sistema in pratica genera automaticamente le maschere che occorrono per compensare tra di loro le varie esposizioni, A volte il software non “capisce” cosa mascherare ed occorre intervenire “manualmente” sulle maschere.  Non vedo come questo possa inficiare la “Autenticità” della fotografia… E’ come se ogni volta la fotografia dovesse mostrare un certificato che attesti il suo legame con la realtà … ma la fotografia è sempre stata una interpretazione della realtà, è stata da sempre accusata di manipolazione. Non è solo un fatto tecnico; a partire dal momento in cui si inquadra si sta già interpretando il mondo intorno a noi. Certo, in questo caso l’aereo si è spostato tra le varie esposizioni, e quindi il fotografo ha “scelto” la posizione dell’aereo, ma non vedo in che modo il fatto che l’aereo fosse un pò più a sinistra o un pò più a destra avrebbe potuto cambiare il valore giornalistico dell’immagine. E’ come se ci fosse una schizofrenia tra la “Macchina” digitale che procede e macina e poi i dubbi (in questo caso del mondo dei media) che si interroga sui valori perduti. PS ovviamente il nuovo iPhone ha già la funzione HDR (tre esposizioni) incorporata !

un'altra inquadratura del ponte, senza HDR (foto Bill O'Leary)

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